Uomini tonti, ma non così tanto tonti.

Ora le donne possono solo pentirsi di essere colpevoli delle proprie discriminazioni.

Questa, per una volta, è una lode agli uomini. Non alla razza umana, ma agli uomini, i maschi. Io li invidio profondamente. Sarò atipica?

Sul web nel 2017 le ricerche della parola “femminismo” sono aumentate del 70%. Non un femminismo che parla di supremazia. Ma di uguaglianza. Parità di genere. Un femminismo profumato. Un vento di liberà. Se non fosse che, per rivendicare l’uguaglianza, spesso, si sottolineano le differenze tra uomo e donna.

Queste donne, astute, sensibili, energiche, ansiose. A queste donne io consiglio di prendere un po’ di lezioni di vita dagli uomini. Questi uomini semplici, leggeri, spensierati. Con una battuta fatta con leggerezza ridono. Gongolano, nel 90% dei casi, sulle spalle di una donna. Certamente gli fa comodo. Ma non li biasimo. È la società che gli ha predisposto questa comodità.

E con il passare dei secoli hanno sviluppato una caratteristica genetica unica: si sanno godere la vita. Si occupano della loro carriera. Dedicano del tempo a loro stessi e ai loro amici. Si divertono.

Le donne, intanto, inneggiano a questo famigerato femminismo. Alla parità di genere. Si sentono sessantottine col vento tra i capelli. Ma tutto ciò è trito e ritrito. Come si possono contrastare le disuguaglianze, ribadendo continuamente la parola “disuguaglianza”? Il problema è alla radice.

E le stesse donne, nei secoli, sono diventate anche mamme. E diventando mamme, (non tutte) si sono dimenticate di essere state donne. Si annullano.  Per un gesto di amore, cessano di vivere la propria vita.

Mentre i loro mariti giocano a briscola al bar. Tonti, beati,  tra grasse risate. Parlano di donne, fanno battute volgari, ridono, mangiano, bevono.

Io vedo femministe, oggi, che sguazzano in questa retorica noiosa. Aggiungono carne al fuoco. Compiono lotte titaniche. Quando potrebbero lasciar cadere nel dimenticatoio queste impalcature sociali. Lasciarle marcire, demolirsi.

Dovrebbero occuparsi anche loro di bere. Mangiare. Fare battute volgari e grasse risate. Questa è la rivoluzione. Apprendere dalle risorse del prossimo.

OPERA ISPIRATRICE

Marina Granata

Napoletana di nascita, calabrese di adozione. Vive a Torino dove studia Scienze della comunicazione.