E tu cosa hai studiato ?

È strano come a secondo dello spazio e del tempo uno stesso comportamento abbia valenze radicalmente diverse. È una cosa che mi è capitato di pensare spesso durante la mia vita. In una piazza, in una stanza, magari dentro un letto. Una volta ho riso, una volta ho pianto; proprio qui in questo letto. Sono stato disperato e pieno d’amore, con un atroce mal di denti oppure super rilassato. Eppure non è cambiato molto. Le grandi variabili sono sempre le stesse. Il mondo è più o meno uguale, come “quell’altra volta”, nel suo continuo fluire. Eppure era tutto diverso. Pensate al posto in cui siete adesso, lo stesso posto ma 1000 anni fa. Chissà cosa stava succedendo, proprio li dove ve ne state tranquilli leggendo un post sul vostro pc. Per non parlare dello spazio. Una stessa azione, in California hai un successone mentre in India ti sbattono  in galera e buttano via la chiave. Da una parte ti applaudono dall’altra ti torturano. Ripenso a questo concetto, che è infinitamente profondo, per esempio, ogni volta che qualcuno mi chiede: “Cosa hai studiato?”. Io rispondo con rassegnazione “Relazioni Internazionali” (non mi va di raccontargli della doppia laurea in Spagna, non ho voglia e poi non ti ascolta nessuno – purtroppo) “Ah scienze politiche”, rispondono, facendomi un sorrisino. E nella loro mente, oltre a sentirsi meno miserabili – a prescindere dal loro background – fanno questa semplice equazione: Sc. Politiche = Sc. delle merendine cheCercanoDiCopiareQuelleDellaKinder = disoccupato o al massimo un politico corrotto che non ha mai lavorato. È proprio strana la vita. Se studi Scienze Politiche in Francia o negli USA sei uno da guardare con rispetto ed ammirazione. Mentre in Italia ? Vabbè, si sa, l’Italia è un paese meraviglioso! E lo è davvero – mannaggia! Parlo con molti amici professionisti in diversi campi, gente che ha studiato, che sa il fatto suo e che poi vede anni e anni di lavoro e di ricerche mandati in fumo o rese inutili per la decisione politica del Sindaco o del Presidente di turno. Alla fine, tutti i discorsi con persone veramente intelligenti vertono sempre su idee e le idee portano sempre all'”altro”, all’incontro con l”altro”, alla capacità  e alle modalità che gli esseri umani si inventano per vivere insieme – possibilmente – in pace, in una parola: alla Politica. Non si può che parlare di Politica con la “P” maiuscola fra persone intelligenti. Ecco, proprio il fatto che mi è venuto naturale specificare con al “P” maiuscola ci da la cifra dell’enorme problema culturale e quindi sociale che stiamo vivendo. La politica gestisce e ordina le nostre vite e il nostro futuro. Solo i migliori dovrebbero fare i politici.  E se così non è, se i migliori non stanno facendo i politici è perché stanno facendo altre cose! E questo è un grande guaio. Un guaio bello grosso: il nostro! Finché le persone di alto valore morale e culturale indietreggeranno non occupandosi in prima persona di politica –  in senso stretto – il nulla avanzerà sempre di più divorandosi inesorabilmente il futuro.