Ho un sogno: il “ritorno al futuro” della Politica in Italia
Ho un sogno,
il “ritorno al futuro” della Politica in Italia.
Un appello a tutti i leader politici e al Presidente Draghi.
Da questa situazione deve nascere la Terza Repubblica in Italia.
Situazione:
l’entrata di Mario Draghi nella politica italiana è quello che nelle gare automobilistiche è l’entrata della “safety car”.
Rappresenta da un lato la messa in sicurezza dell’Italia – un ritorno ad un suo prestigio internazionale e la capacità di avere un ruolo autorevole e chiave in Europa sopratutto dopo l’uscita di scena di Angela Merkel – ma dall’altro, inevitabilmente, all’azzeramento della politica italiana.
Le automobili cioè i partiti, con la “safety car” in pista, non avrebbero dovuto far altro che ricomporsi raggrupparsi e con un sussulto di dignità e umiltà ripartire da zero, dalle griglie di partenza, cercando di organizzarsi, alla bene meglio, per rimediare agli errori fin lì compiuti.
Ma come ha scritto il prof. Jung “supponendo generalmente che l’uomo sia ciò che la sua coscienza crede di essere, si ritiene di essere inoffensivi, aggiungendo così stupidità alla malvagità.”
Ripeto: aggiungendo così stupidità alla malvagità.
Parliamo di Conte.
Destino vuole che l’effetto finale di quell’unicum nelle democrazie occidentali moderne che è stato il M5S, sia la sua trasformazione nel partito di Giuseppe Conte. Lo sconosciuto giurista che figlioccio accademico del potente avv. prof. Alpa era stato scelto da Luigi Di Maio come Presidente del Consiglio.
Il M5s non esiste più da quando Luigi Di Maio, compiendo un evoluzione personale e democratica, ha ucciso il comico-faraone Grillo e uscendo dall’Egitto con una truppa consistente di parlamentari ha messo la parola fine al quel movimento, che non muovendosi più in avanti e tornando indietro, è diventato solo il partito di Conte.
Ci spiega tutto in maniera cristallina oggi il sociologo De Masi sulla stampa: “Conte sta traghettando il M5s verso al forma partito. All’inizio ha pensato di farne uno proprio suo, ma era un’operazione troppo costosa e una fatica enorme”.
Azz. Un altro partito personale però di cui non abbiamo bisogno.
Conte molto mal consigliato dunque da Casalino ed altri, ripieno di superbia ma vuoto sia di esperienza politica vera di partito che di grammatica istituzionale, supponendo ancora una volta di essere quello che non è, ha agito come se stesse giocando a un videogioco, quelli per cui “insert coin” e puoi fare un’altra partita.
Ebbene la vita non è un video gioco.
È certo, che dopo il papete senza mojito di Conte, si debba fare di tutto per chiudere il cerchio di una politica incapace, sgrammaticata e litigiosa. Bisogna archiviare “i Conte e i Salvini” e tornare alla Politica.
Elezioni il prima possibile. Certo. Ma come ha già tuonato il Presidente Mattarella, ci si deve andare in maniera ordinata. Perché non possiamo aggiungere entropia alla stupidità e alla malvagità.
Prima bisogna fare la legge di bilancio, poi dal 31 dicembre ogni data è buona. Con buona pace di chi usa la parola “poltrone” per indicare i sacri ruoli istituzionali. La devono smettere. Per il nostro bene.
In questo scenario ho un sogno:
un patto pre elettorale fra tutti i leader politici seri, prima del voto.
Nella prossima legislatura la 19esima, qualsiasi siano i risultati (mi auguro un sostanziale pareggio), bisogna lasciar governare Draghi per fare tre cose sostanziali:
1. ottenere il tetto al prezzo de gas
2. rinegoziare il patto di stabilità in Europa
3. portare a comipmento il processo del PNRR (senza il quale il Sud-Italia sarebbe spacciato).
Nel frattempo il Parlamento, mentre il governo agisce indisturbato, dovrebbe trasformarsi in Assemblea Costituente per riscrivere tutti insieme, anche litigando per mesi o anni le regole del gioco: dalla legge elettorale fino alla riforma costituzionale per ridisegnare una nuova forma di governo.
Nascerebbe così, nella 20esima legislatura, la Terza Repubblica Italiana.
È il tempo questo di un RITORNO AL FUTURO della Politica.
Il problema, infatti, è la soluzione: serve più Politica.
Draghi ascolti la voce delle Istituzioni e si comporti da statista quale egli è.
Vada oltre. Oltre i risentimenti e lo sconforto.
Tiri dritto mercoledì al Senato e alla Camera.
Incassi la fiducia e vada avanti, per il bene dell’Italia e dell’Europa.
Chi può, deve!
C’è davvero qualcuno che possa pensare di poter fare meglio di Draghi in questa congiuntura internazionale? Fra pandemia, recessione, inflazione e guerra in Europa? Non scherziamo.
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